La Basilica di Santa Maria Maggiore: storia, arte e il legame con Papa Francesco

Santa Maria Maggiore a Roma


Santa Maria Maggiore: dove arte, storia e fede si incontrano

Santa Maria Maggiore, fondata nel V secolo, è tra le prime chiese dedicate alla Vergine Maria e una delle quattro basiliche papali maggiori.
Ancora oggi conserva la sua struttura originaria, rendendola una delle testimonianze più autentiche del primo Cristianesimo.

Negli ultimi giorni è tornata al centro dell’attenzione per una scelta carica di significato: Papa Francesco ha espresso il desiderio di essere sepolto proprio qui, in questo luogo ricco di storia, fede e arte.

Santa Maria Maggiore

Una basilica nata da un sogno

La tradizione racconta che la Madonna apparve in sogno a un patrizio romano e a Papa Liberio, chiedendo di costruire una chiesa nel punto dove sarebbe miracolosamente nevicato.
Il 5 agosto del 358, una nevicata fuori stagione coprì il colle Esquilino: lì fu edificata Santa Maria Maggiore.
Ogni anno, quel miracolo viene ricordato con una pioggia di petali bianchi dal soffitto durante la Messa.


Santa Maria Maggiore nella storia dell’arte

L’architettura: un ponte tra antico e cristiano

La basilica ha pianta a tre navate con abside e transetto, tipica delle basiliche paleocristiane.
Le colonne in marmo dividono lo spazio con un ordine che richiama l’architettura classica romana. Ma ciò che colpisce è la stratificazione degli stili: ogni epoca ha lasciato un segno.

  • Il pavimento cosmatesco medievale, geometrico e colorato
  • Il soffitto dorato rinascimentale, decorato con il primo oro arrivato dalle Americhe
  • La facciata barocca di Ferdinando Fuga, elegante e teatrale

I mosaici: Bibbia di pietra e luce

I mosaici della navata e dell’arco trionfale, realizzati nel V secolo, sono tra i più antichi dell’Occidente cristiano.
Raffigurano episodi dell’Antico Testamento con uno stile ancora influenzato dall’arte romana.
L’abside ospita invece gli splendidi mosaici trecenteschi di Jacopo Torriti, con una sontuosa Incoronazione della Vergine immersa in un cielo d’oro.

Santa Maria Maggiore

La Cripta della Natività

Sotto l’altare maggiore si trova la Cripta della Natività, che custodisce reliquie legate alla mangiatoia di Betlemme.
È uno dei punti più toccanti della basilica, semplice e silenzioso, dove il tempo sembra sospeso.


Tra arte e sepolture: un luogo per l’eternità

Oltre a essere un capolavoro artistico, Santa Maria Maggiore è anche un luogo di sepoltura per personaggi di grande rilievo.
Attualmente vi riposano diversi papi, tra cui:

  • Papa Niccolò IV, il primo francescano a salire al soglio pontificio
  • Papa Pio V, il papa della battaglia di Lepanto
  • Papa Paolo V, che promosse importanti restauri nella basilica

Ma non solo papi. Proprio qui è sepolto anche Gian Lorenzo Bernini, uno dei più grandi protagonisti del Barocco, insieme alla sua famiglia.
Una presenza che rende la basilica ancora più significativa per chi ama la storia dell’arte: visitarla significa anche passare accanto alla tomba di uno degli artisti che ha letteralmente plasmato il volto di Roma.


Papa Francesco e il valore di questa basilica

Il legame tra Papa Francesco e Santa Maria Maggiore è profondo.
Fin dall’inizio del suo pontificato, ha sostato in preghiera davanti all’icona della Salus Populi Romani, tra le più amate dai romani.
La sua scelta di essere sepolto in questa chiesa, invece che in San Pietro, racconta molto del suo stile: sobrio, legato al popolo, ma anche profondamente simbolico.

Tomba Papa Francesco

Un luogo che racconta la storia (e l’arte) meglio di un libro

Io penso che Santa Maria Maggiore sia uno di quei posti dove ti accorgi che la storia dell’arte non è solo roba da studiare sui libri.
Qui puoi davvero vederla, toccarla, sentirla. Non c’è bisogno di sapere tutto: basta camminare dentro, guardarsi intorno, alzare gli occhi.

Ogni angolo ha qualcosa da dire. I mosaici, i marmi, le colonne, la luce.
È un posto che ha visto passare secoli, papi, artisti, e che ancora oggi riesce a parlare anche a chi non è credente.
Forse è questo il segreto dell’arte quando è vera: riesce a farti fermare e pensare, anche solo per un momento.


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