Video: Analisi del tondo Doni di Michelangelo

Video: Analisi del tondo Doni di Michelangelo

Autore: Michelangelo Buonarroti (Chiusi della Verna 1475 – Roma 1564)

Data: 1505 – 1506 Collocazione: Museo degli Uffizi

Tecnica :Tempera grassa su tavola 120 cm (diametro)

Tondo Doni

Michelangelo dipinse questa Sacra Famiglia per Agnolo Doni, mercante fiorentino il cui prestigioso matrimonio nel 1504 con Maddalena Strozzi avvenne in un periodo cruciale per l’arte a Firenze di inizio secolo. La compresenza in città di Leonardo, Michelangelo e Raffaello apportò uno scatto di crescita al già vivace ambiente fiorentino, che nel primo decennio del secolo visse una stagione di altissimo fervore culturale.

Agnolo poté quindi celebrare le sue nobili nozze e la nascita della sua primogenita con alcune delle massime espressioni di questa eccezionale fioritura: i ritratti dei due coniugi dipinti da Raffaello, e il tondo di Michelangelo, che è l’unico dipinto certo su tavola del maestro.

In primo piano, troviamo la Vergine che compie il gesto di prendere in braccio il piccolo Gesù, sorretto da Giuseppe, il quale si trova alle spalle del gruppo.

Gesù gioca con i capelli di Maria che ha sulle gambe un libro che, probabilmente, simboleggia le profezie legate alla vita di Gesù.

In secondo piano, sullo sfondo sono raffigurati gli «ignudi» appoggiati o seduti su un’arida roccia.

Queste figure simboleggiano il mondo pagano, cioè il mondo prima dell’arrivo del Cristo.

Tra la Sacra Famiglia e gli ignudi sullo sfondo, Michelangelo inserisce la figura del piccolo San Giovanni.

Il battista emerge da un fossato rettilineo, un confine che delimita il mondo in due parti: quello pagano e quello cristiano.

 San Giovannino, colui che somministrerà il battesimo a Gesù, funge in  tal modo da spartiacque tra le due ere.

La cornice del tondo, probabilmente su disegno di Michelangelo è stata intagliata da Francesco del Tasso. Vi sono raffigurate la testa di Cristo e quelle di quattro profeti (Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele), circondate da grottesche e racemi, in cui sono nascoste, in alto a sinistra, delle mezze lune, insegne araldiche della famiglia Strozzi.

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