Come…Arcimboldo

Come…Arcimboldo

Come………Arcimboldo

Autoritratto, Národní galerie di Praga

Studiando il Manierismo,  i ragazzi di seconda media  sono rimasti affascinati dalle curiose, bizzarre ed inusuali opere del pittore milanese Giuseppe Arcimboldo (Milano 1526 – 1593). Figlio del pittore Biagio, impegnato presso la Fabbrica del Duomo ed erede di una famiglia aristocratica meneghina, Giuseppe inizia intorno al 1549 la propria attività artistica nella bottega del padre, disegnando i cartoni per la realizzazione delle vetrate del Duomo. La svolta nella vita di Arcimboldo avviene nel 1562, quando parte per Vienna su invito di Massimiliano II d’Asburgo, principe e futuro imperatore. Nella capitale austriaca raggiunge subito grande fama. L’apice della sua espressione artistica viene raggiunto con le “Teste Composte”, ritratti grotteschi realizzati mediante la combinazione di cose (fiori, frutta, libri) o forme viventi (pesci, rane). Le composizioni di Arcimboldo richiedono grande perizia per far sì che gli elementi siano riconoscibili e risultino equilibrati nel loro insieme. La tecnica usata dall’artista si basa sulla “pareidolia”, cioè l’illusione subcosciente che ci spinge a riconoscere sembianze umane, profili naturali o artificiali anche in soggetti dalla forma casuale (es. nuvole, montagne ecc.). Per comprendere a fondo questi dipinti occorrerebbe studiare i significati legati al valore simbolico attribuito ad ogni elemento,  ad esempio il giglio sulla testa rappresenta purezza, mentre l’iris sul petto la speranza.

La tecnica usata dagli alunni è stata quella del disegno e del collage, ecco i risultati.

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