Le civiltà dell’antico oriente. [Lezione PDF]

Le civiltà dell’antico oriente. [Lezione PDF]
lez2 Mesopotamia

I popoli dell’antico Oriente, stanziatisi lungo il corso dei grandi fiumi (Tigri, Eufrate e Nilo), per primi passarono dalla comunità di villaggio alla città, luogo abitato da un numero elevato di famiglie, non tutte legate da vincoli parentali. Contemporaneamente ebbe inizio la divisione dei compiti tra i diversi membri della società e la molteplicità dei problemi da risolvere richiese una organizzazione  sociale complessa.

Gli storici hanno definito questa parte dell’antico Oriente  «Mezzaluna fertile»

Mesopotamia: La terra tra i due fiumi

La Mesopotamia, in greco «la terra tra i due fiumi» corrisponde più o meno all’attuale Iraq. Il suo territorio è reso fertile da i due fiumi Tigri ed Eufrate. L’arte mesopotamica racconta le vicende di diversi popoli (Sumeri, Accadi, Babilonesi, Assiri e Persiani) che si sono insediati in Mesopotamia, permettendoci di conoscere non solo le guerre che hanno combattuto, ma anche il loro stile di vita.

Molti popoli uniti da una sola cultura.

La cultura delle popolazioni sumeriche, che ebbe il suo centro nella bassa Mesopotamia si diffuse su tutta l’area mesopotamica. A essa risalgono i primi edifici in mattoni crudi. Tra la fine del IV e l’inizio del III millennio a.C.  si ebbero le prime manifestazioni dell’arte dei Sumeri, la popolazione coesisteva con gli Accadi, dai quali fini per essere parzialmente assimilata. A questo periodo risalgono i primi esempi di architettura monumentale religiosa (tempio di Eridu e Tempio Bianco di Uruk). Tra il 2900 – 2400 a.C. fiorì la citta Ur. Successivamente il tempio divenne anche il centro di importanti attività economiche. Solo al tempo della III dinastia di Ur (2112-2004 a.C.) apparve anche il palazzo reale e nello stesso tempo si fisso la tipologia classica della Ziggurat.

Le ziggurat erano templi di tutte le religioni della Mesopotamia: quelle  dei Sumeri, degli Assiri e dei Babilonesi. Tutti questi templi apparivano come piramidi senza punta formate da piani appoggiati l’uno sull’altro, sempre più piccoli man mano che si saliva. Ogni piano era circondato da ampie terrazze e per arrivare in cima bisognava salire alte scalinate. Le ziggurat più piccole avevano tre piani, le più grandi ne avevano sette. Ai piani più bassi c’erano i magazzini per il grano e altri prodotti alimentari. Il piano più alto era quello sacro, dedicato a un dio: qui la popolazione andava a pregare. Dalle terrazze gli astronomi osservavano il cielo.

 Le ziggurat erano costruite in mattoni, materiale più fragile della pietra. Per questo il tempo le ha danneggiate: nessuna è arrivata intatta fino ai nostri giorni e anche le poche che sono rimaste hanno perduto in genere il piano più alto, come la ziggurat di Ur.

La scultura

La scultura mesopotamica ci ha lasciato diverse testimoniante: bassorilievi e stele, dove la figura umana è rappresentata quasi sempre di profilo, con volti inespressivi e sguardi fissi, celebrano le gesta militari dei re-condottieri e del loro popolo, mentre statuette a tutto tondo riproducono oranti, cioè uomini dalle lunghe barbe e dai grandi occhi, con le mani giunte in atteggiamento di preghiera.

I Sumeri

Stendardo di Ur

Lo stendardo di Ur.

Lo stendardo di Ur è un reperto archeologico sumero, ritrovato in una tomba della necropoli reale di Ur, la PG 779, risalente al 2500 a.C. circa. Si tratta di un pannello ligneo ricoperto di bitume e intarsiato su entrambe le facce con inserti in lapislazzuli, pietra calcarea rossastra e conchiglie marine provenienti dalle coste indiane.

Su entrambe le facce la figurazione si sviluppa su tre registri (livelli), separati da fasce ornamentali. Il re è riconoscibile per le maggiori dimensioni con cui è raffigurato. La successione regolare delle figure non esclude un’idea di movimento. La faccia detta “della pace”, divisa in tre registri, rappresenta un banchetto e una processione alla presenza del re. La raffigurazione sul lato opposto, detta “della guerra”, mostra l’esercito (fanteria e carri) e in generale la casta militare e probabilmente degli schiavi dediti ai servizi di supporto. Il re è rappresentato nel registro superiore ed è visibilmente più alto dei soldati semplici, proprio a determinarne il ruolo.

 

Gli Accadi

Stele di Naram-Sin

Naram-Sin, o stele della vittoria, è un bassorilievo su lastra di arenaria alta circa 2 m, che celebra il sovrano accadico Naram-Sin (2254-2218 a.C. circa). La stele è conservata oggi presso il Museo del Louvre, a Parigi.

Risalente all’epoca accadica, venne realizzata per celebrare la vittoria di Naram-Sin, contro i Lullubiti, un popolo che abitava i monti Zagros.

L’esercito accadico, collocato nella parte sinistra della stele è composto da guerrieri che marciano in modo ordinato, in netta contrapposizione con il caos che regna tra i guerrieri lullubi, nella parte inferiore destra della lastra, collocati a terra sul campo di battaglia roccioso e impervio per la natura montagnosa dei monti Zagros. Nel bassorilievo spicca la figura del sovrano, venerato dai suoi guerrieri come un dio, accompagnato dai due vessilliferi alla sua sinistra e reso divino dalla presenza di due astri sopra di lui.

Babilonia

Babilonia era la città più conosciuta della Mesopotamia e una delle più famose di tutto il mondo antico, si trovava sulle rive del fiume Eufrate, a sud di Baghdad, l’attuale capitale dell’Iraq.
Questa città è stata la prima metropoli della storia: ai tempi del re Nabucodonosor (624-582 a.C.)
superava il milione di abitanti.

I giardini pensili
Ma la cosa più straordinaria di Babilonia erano i giardini pensili, coltivati cioè su terrazze. Sulle terrazze c’era uno strato di terra che permetteva anche la crescita di grandi alberi.
Si narra che fu il re Nabucodonosor a volere i giardini pensili, per la moglie, che proveniva da un Paese con tanto verde e ne aveva nostalgia.
I giardini erano considerati una delle grandi meraviglie del mondo.

La porta di Ishtar

La città era circondata da una doppia fila di mura in cui si aprivano otto porte. Fra queste porte quella dedicata alla dea Ishtar si è conservata e noi la possiamo ammirare. La porta ha straordinarie decorazioni, realizzate su mattoni smaltati, dai colori bellissimi. Le decorazioni rappresentano tori e altri animali fantastici e creano  un effetto di grande eleganza.

Il Lamassu

Il lamassu è una divinità relativa a diverse civiltà mesopotamiche (assira in particolare). Erano considerati spiriti benefici e protettivi e per questo venivano posti all’ingresso dei palazzi.  Di questa figura mitica esistono varie rappresentazioni: per lo più era raffigurato come un mostro alato dal corpo di toro o leone e testa umana. Questo per identificare in esso la forza di un toro o di un leone, le ali di un angelo e la saggezza dell’uomo.  Il volto della creatura, probabilmente, è un omaggio al sovrano a cui era dedicato il palazzo, ovvero Sargon II.

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