Tecnica dell’affresco

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L’affresco è un’antichissima tecnica pittorica che si realizza dipingendo con pigmenti generalmente di origine minerale stemperati in acqua su intonaco fresco: in questo modo il colore ne sarà completamente inglobato, acquistando così particolare resistenza all’acqua e al tempo.

Si compone di tre elementi: supporto, intonaco, colore.

1. Il supporto, di pietra o di mattoni, deve essere secco e senza dislivelli. Prima della stesura dell’intonaco, è preparato con l’arriccio, una malta composta da calce spenta o grassello, sabbia grossolana di fiume o, in qualche caso, pozzolana e, se necessario, acqua, steso in uno spessore di 1 cm circa, al fine di rendere il muro più uniforme possibile. L’intonaco è l’elemento più importante dell’intero affresco. È composto di un impasto fatto con sabbia di fiume fine, pozzolana setacciata, calce e acqua.
2. Il disegno preparatorio è eseguito dall’artista su carta a grandezza uguale a quella definitiva. Sui contorni delle figure si praticano piccoli fori con un punteruolo metallico. Si applica il disegno all’intonaco ancora fresco e vi si passa sopra un panno impregnato di finissima polvere di carbone, questa passa attraverso i fori e lascia ala traccia del disegno sul muro.
3. Il colore, che è obbligatoriamente steso sull’intonaco ancora umido (da qui il nome, “a fresco”), deve appartenere alla categoria degli ossidi.
La principale difficoltà di questa tecnica è che non permette ripensamenti: una volta lasciato un segno di colore, questo sarà immediatamente assorbito dall’intonaco, i tempi stretti di realizzazione complicano il lavoro dell’artista, la carbonatazione avviene entro tre ore dalla stesura dell’intonaco. Per ovviare a questo problema, l’artista realizzerà piccole porzioni dell’affresco (giornate).