Il vertice della Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek di Monaco di Baviera ha formalmente richiesto il rientro della copia romana in marmo del Discobolo Lancellotti, risalente al II secolo d.C. e originaria del celebre bronzo di Mirone. Attualmente, l’opera è ospitata a Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano; la Germania nazista l’aveva ceduta nel 1938, ma fece ritorno in Italia nel 1948.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha respinto la richiesta affermando che l’opera deve rimanere in Italia, poiché costituisce parte integrante del patrimonio nazionale.
Sangiuliano auspica il ritorno della base settecentesca e sottolinea la speranza di un miglioramento della collaborazione culturale tra Germania e Italia.
La storia della statua trae origine dalla vendita da parte del principe romano Lancellotti alla Germania su impulso di Benito Mussolini, nonostante le obiezioni del ministro dell’Educazione nazionale, Giuseppe Bottai.
Hitler, affascinato dalla statua durante la sua visita a Roma nel maggio 1938, la donò alla Glyptothek di Monaco di Baviera, considerandola un ideale incarnato dell’estetica “ariana”. Tuttavia, la statua fece ritorno in Italia dieci anni dopo, inclusa nella lista delle opere sequestrate dai nazisti e destinate alla restituzione.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’attuale controversia ha avuto origine da una richiesta del direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphan Verger, al direttore della Gliptoteca di Monaco, Florian S. Knauß, riguardante la restituzione della base marmorea settecentesca del Discobolo.
Il direttore ha respinto la richiesta, affermando che lo Stato Tedesco l’aveva legalmente acquistata con il consenso delle autorità italiane dell’epoca, dopo averla offerta al Metropolitan Museum di New York.Knauß ha dichiarato che il rimpatrio in Italia violò la legge, secondo l’opinione legale dello stato bavarese e del loro museo.
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